martedì 16 marzo 2010

La colonna vertebrale e le sublussazioni

Il termine sublussazione viene spesso frainteso e non sempre accettato, a causa di una carenza nella conoscenza di alcuni meccanismi di fisiologia applicata (quindi non solo la teoria scritta sui testi) e a causa del fatto che la formazione medica non ritiene come validi alcuni studi esistenti. Per questo la sublussazione non viene considerata come fattore abbastanza importante quando si cercano le molteplici cause delle dolorabilità o di altre condizioni riguardanti la salute.



Per coloro che non hanno una formazione medica e non hanno studiato anatomia e fisiologia le spiegazioni fornite sono spesso difficili da capire, a volte persino i professionisti sembra che abbiano una conoscenza molto variabile della scienza delle sublussazioni: non c’è una spiegazione unica e valida per tutti (se non quella libresca), bensì un intera gamma di diversi punti di vista che dipendono dall’esperienza pratica dell’individuo e dalla sua capacità di comprendere questo meccanismo piuttosto complesso.
La medicina basata sull’evidenza dei fatti dovrebbe essere considerata altrettanto importante quanto la scienza ufficiale, senonchè la scienza a volte non è così “scientifica” come appare e l’aneddotica (i racconti dei pazienti e gli studi clinici personali) meriterebbero maggiore considerazione, a favore di un approccio più globale.
La spiegazione che segue è un compendio di diverse aneddotiche e volta a formulare delle ipotesi e allo scopo di stimolare l’attenzione degli operatori della salute, così come delle altre persone, riguardo il meccanismo complesso delle sublussazioni.
La sublussazione di un’articolazione è un piccolissimo disallineamento dei capi articolari, che non si trovano pertanto più in congruenza tra loro. L’articolazione è bloccata in questa situazione e non riesce a ritornare da sola nella posizione fisiologica. Questo blocco non è semplice come quello di un vecchio cassetto incastrato nelle guide, poiché interviene il fattore della tensione muscolare sbilanciata.
Il sistema strutturale umano è un’ unità funzionale flessibile fatta di ossa, legamenti, muscoli ed altri tessuti, tutti interconnessi tra loro e pertanto deve essere osservato nel suo insieme e non da una sola angolazione.
Elementi diversi hanno diversi compiti da svolgere ed alcuni ne hanno molteplici, come ad esempio i nostri muscoli. Il lavoro principale dei muscoli è quello di fornire un motore al sistema, spostando le articolazioni all’interno della loro ampiezza naturale di movimento, la quale a  sua volta è determinata dalla forma ossea e dalla struttura dei legamenti. Il secondo compito dei muscoli è quello di fornire stabilità articolare, ossia mantenere integra e compatta la struttura dell’articolazione. Se ci appendiamo ad un sbarra con le mani, il nostro corpo non si allunga come un elastico sotto il suo stesso peso, perché il sistema riconosce le forze che tirano verso il basso e i muscoli sono programmati per contrarsi e contrastarle, impedendo che le articolazioni vengano strappate via.
Quando le forze nel nostro corpo diventano troppo potenti e sopra il normale livello, il dolore interviene per avvisarci di un possibile pericolo e inconsciamente protegge la struttura innescando lo stimolo riflesso che ordina ai muscoli di contrarsi. I due sistemi che sovraintendono a tutto questo sono il sistema propriocettivo e quello nocicettivo, con i loro recettori di posizione e dolore.
Se un movimento di un’articolazione non causa dolore siamo nella norma, ma l’articolazione si potrebbe sub-lussare se tale movimento va al di fuori del normale angolo di ampiezza articolare, o a causa di abitudini posturali sbagliate o a causa di forze esterne: i muscoli assumeranno essere quella nuova posizione come normale e pertanto la manterranno.
Nella maggior parte dei casi le articolazioni si riallineano spontaneamente, grazie anche al meccanismo naturale dovuto alla gravità (peso corporeo): la conformazione ossea e i legamenti muoveranno gradatamente l’articolazione verso la posizione fisiologica, ma tutto questo è influenzato dalla situazione di allineamento dei punti chiave della struttura, ossia la cintura pelvica e l’allineamento cranio-atlo-assiale.
Se gli allineamenti chiave sono troppo compromessi, allora i muscoli potranno mantenere le articolazioni sub-lussate, semplicemente come reazione naturale volta ad un ri-bilanciamento dell’asse testa – bacino.
Spesso questa situazione non si ricorregge più da sola e l’intera struttura comincia a rigenerarsi a livello cellulare,il che significa che i muscoli diventano più corti o più lunghi, secondo la posizione delle articolazioni, contribuendo a mantenere il blocco articolare. Questo è il caso in cui la sublussazione porta a squilibri e tensioni muscolari.
Tuttavia ci sono altri casi che possono causare un disallineamento articolare, inizialmente cominciati con una tensione muscolare. In tali casi è la tensione muscolare a portare verso la sublussazione e ancora una volta, i punti chiave disallineati favoriscono la sublussazione cronica con cambiamenti a livello cellulare.
La tensione muscolare, specialmente quella asimmetrica, può essere causata da diversi fattori stressogeni di tipo strutturale, chimico, elettromagnetico, genetico, psicologico e spirituale.
Se la tensione muscolare non ha ancora portato un cambiamento a livello cellulare, allora un riallineamento spontaneo della sublussazione è possibile, anche se spesso un intervento esterno di un operatore è necessario per dare inizio all’intero processo.
Questo può essere ottenuto mediante un ri-bilanciamento dell’allineamento strutturale e il suo mantenimento per un periodo sufficiente, necessario ai muscoli del corpo per ri-modificarsi a livello cellulare: rimuovendo la tensione muscolare e fornendo un appropriato allungamento permettiamo al meccanismo di allineamento spontaneo di mettersi in moto correttamente.
Naturalmente una combinazione di entrambi i fattori sarebbe la soluzione ottimale e per risultati duraturi gli elementi stressogeni andrebbero evitati. Un lavoro sullo stile di vita, la nutrizione, il rinforzo muscolare e un equilibrio personale sono altresì importanti.
In conclusione: le sublussazioni non devono essere considerate come malattie ineluttabili, ma come reazioni naturali del nostro corpo allo scopo di compensare i fattori di stress su vari piani.
Un cambiamento che riporti al bilanciamento è spesso possibile invertendo l’ intero processo che porta alle sublussazioni. Ciò tuttavia può a volte richiedere un aiuto esterno e sempre l’auto aiuto e l’ auto disciplina. Ci si basa quindi su una valutazione individuale di tutti i fattori da prendere in considerazione per un approccio su misura verso un migliore allineamento, che segua le leggi naturali dalla fisica, fisiologia e anatomia in combinazione agli aspetti non fisici.

Thomas Zudrell
Health-Coach
MD(AM), DMS
Articolo originale: http://www.curezone.org/blogs/fm.asp?i=1140488
Su gentile concessione di Francesco Gualerzi, Bene con sè bene insieme

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